L’amore corre online: intervista a Marco Ciarlante di PhaseApp

Se fino a qualche anno fa ammettere di utilizzare le app di dating era quasi un tabù, qualcosa da fare di nascosto, oggi gli utenti sono sempre più numerosi, e moltissime coppie nascono online.

Ritmi di vita frenetici, poche occasioni di conoscere persone nuove ed interessanti, diffidenza quando ci si avvicina qualcuno che non conosciamo rappresentano degli ostacoli alla ricerca di un partner.

C’è chi cerca solo un’avventura, chi nuove amicizie e chi l’amore vero, ci sono utenti giovani e meno giovani. Ognuno ha un diverso obiettivo e una sua idea di approccio, per questo il sistema su cui si basano queste app non può essere sempre lo stesso.

Tra quelle più interessanti, c’è sicuramente PhaseApp. Anziché partire da una conoscenza basata sull’aspetto fisico, per poi arrivare a conoscere l’anima di una persona, questa app segue un percorso inverso, partendo dall’interno per poi arrivare all’esterno. L’obiettivo è quello di creare connessioni tra mente, anima e cuore.

Per comprenderne meglio la ratio, abbiamo intervistato Marco Ciarlante, responsabile marketing e comunicazione di PhaseApp.

Marco Ciarlante, responsabile marketing e comunicazione di PhaseApp

Come nasce l’idea di una app di dating senza foto, ma con domande?

L’idea è nata qualche anno fa, quando studiando, per un altro progetto, il mercato del “dating” mi sono accorto di due anomalie:

  1. Il modello di interazione proposto dalle app di dating prevedeva la pubblicazione di alcune fotografie personali nel profilo di ciascun utente, che venivano poi proposte alla community. Se e quando due utenti manifestavano un reciproco interesse (il famoso match), l’applicazione li abilitava a chattare. Erano quindi le fotografie delle persone il solo strumento per raggiungere l’obiettivo ma, nonostante questo, una percentuale altissima di utenti non le pubblicava o ne metteva di generiche (es. animali, paesaggi, particolari irriconoscibili, ecc), dichiarando di non sentirsi “confident” nel mostrarsi indiscriminatamente a tutti, soprattutto per timore di essere visti da conoscenti o colleghi di lavoro.
  2. Quando finalmente il “match” avveniva e quindi gli utenti potevano interagire, in tantissimi casi la chat non partiva o si esauriva nel giro di pochissimi messaggi (aspetto che inizi l’altra persona, non so cosa chiedere, ho paura di essere banale o invadente, ecc.).

Questi i motivi che ci hanno spinto a creare un progetto diverso, con una privacy molto tutelata che consente di decidere se, quando e a chi mostrare le proprie fotografie, oltre ad essere supportati in un percorso di conoscenza guidato da centinaia di domande divise in 4 fasi ad intimità crescente, create da psicologi e sessuologi per rendere questo “viaggio” divertente, emozionante e, soprattutto, senza alcuno stress.

Chi è l’utente tipo che si iscrive a PhaseApp?

Utenti che ritengono la privacy importante e che vogliono un percorso di conoscenza autentico e rilassante. Persone che vogliono avere il pieno controllo dell’interazione senza dover correre il rischio di essere stalkerati, infatti PhaseApp propone domande a cui devono rispondere entrambi gli utenti per poter proseguire. È, quindi, sufficiente non rispondere ad una domanda per congelare la chat e non ricevere messaggi indesiderati.

Oggi più che mai l’amore non conosce età, e sempre più persone trovano la propria metà oltre i 40-50 anni. Per un utente più maturo, le app di dating possono essere una buona soluzione?

Lo è sicuramente PhaseApp che è nata soprattutto pensando a questo target più maturo, che cerca emozioni più che esposizione social.

Spesso in quella fascia d’età si è molto gelosi della propria privacy, magari perché non si vuole far sapere di essere su una app di dating ai colleghi, al capo, ai familiari, ma anche perché c’è chi, magari, si trova ad affrontare separazioni o divorzi, e preferisce tenere un profilo più basso.

PhaseApp può essere anche uno strumento utile a ravvivare la coppia. In che modo?

Sicuramente sì, e questo ce lo hanno fatto scoprire proprio gli utenti che hanno apprezzato molto un aspetto del progetto che si distacca dal dating tradizionale. Da un sondaggio che abbiamo promosso è emerso che in molti hanno l’App giocando con il partner, e questo li ha aiutati a scoprire alcuni aspetti dell’altra persona fino a quel momento sconosciuti, perché non avevano mai pensato di porre alcune domande, per pigrizia, perché non erano venute in mente o, nel caso di quelle più intime, per imbarazzo… Per loro è stato un modo molto divertente, intimo ed intrigante per mettersi “a nudo” senza paura e senza filtri.

È in programma l’aggiunta di nuove funzionalità?

Proprio sulla base di questa ultima dichiarazione abbiamo appena rilasciato una nuova funzione che si chiama “GIOCA CON ME” e che offre agli utenti la possibilità di giocare non solo con sconosciuti ma anche con persone che già conoscono come, ad esempio, amici sui social o amici intimi, per scoprire insieme il livello di affinità che potrebbero avere come coppia, ma anche, il proprio partner, per mettere pepe alla relazione.

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