Fino al 23 agosto, presso il MACRO di Testaccio
Fino al 23 agosto sarà possibile visitare “SERGIO STAINO. SATIRA E SOGNI”, a cura di Maurizio Boldrini e Claudio Caprara, promossa dall’Assessorato alla Cultura e al Turismo – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali di Roma, in collaborazione con EATALY, GRANAROLO e UNIPOL. La mostra è ospitata negli spazi de La Pelanda – Centro di Produzione Culturale presso il MACRO di Testaccio, a Roma.
Le circa 300 opere ripercorrono i passaggi decisivi del lavoro artistico di Sergio Staino. Disegni, acquerelli e lavori digitali, in un percorso affascinante che permette di cogliere le diverse sfaccettature e le diverse fasi dell’intensa attività creativa di uno dei nostri massimi disegnatori e vignettisti, nonché attento narratore e arguto critico del costume nazionale.
In oltre 35 anni di carriera, Sergio Staino si è infatti cimentato con successo non solo come autore satirico ma anche come regista cinematografico, scrittore, scenografo, e promotore culturale. La mostra romana si evidenzia oltre che per il suo valore artistico anche come testimonianza morale e culturale dopo i drammatici fatti di Parigi. Non a caso Sergio Staino, fraterno amico di Georges Wolinski, ha voluto dedicargli il catalogo, realizzato dalla Casa editrice Effigi.
Entrando all’ex mattatoio, il visitatore è accolto subito da un lungo e variopinto corteo di personaggi creati da Sergio Staino. Negli spazi interni sono esposte tutte le più rilevanti opere dell’autore, dai grandi busti di personaggi protagonisti degli ultimi trenta anni della nostra vita politica e istituzionale, narrati con strisce, alcune delle quali mai esposte in Italia, al mondo di Bobo, a partire dalle strisce di Linus degli anni Settanta, preziose per comprendere come sono nati e si sono sviluppati i profili dei protagonisti di quella che poi è divenuta una vera e propria saga della vita sociale politica italiana. In mostra anche due grandi fondali del Teatro Ariston di Sanremo disegnati da Staino per le due edizioni del Premio Tenco del 2006 e 2007 e un grande schermo – circondato dai disegni di “Lasciami cantare una canzone” – su cui scorrono le immagini e le musiche di famose interpretazioni di Gaber, De André, Guccini e di altri cantautori.
Le opere digitali – grandi tavole che mescolano la tecnica dell’acquarello con quella digitale – occupano un ruolo importante nella mostra romana. E’ lo stesso Staino a spiegare come si realizzano gli acquerelli digitali: “La tecnica è quella che inquesto momento sto usando di più e che mi permette di combinare due termini, acquarello e digitale, apparentemente incompatibili. Prima con la penna a china disegno alcune parti sommarie dell’immagine che voglio costruire poi, ad acquarello, coloro le parti in cui grosso modo sicompleteranno le figure, alla fine scannerizzo tutto ed inizio il lavoro di rifinitura disegnando sul touch screen i particolari più minuti o correggendo quelli che non mi convincono. Vengono fuori questi ibridi d’autore dei quali naturalmente non esistono originali”.
Oltre alle opere esposte a La Pelanda, una sezione “satirico-agro-alimentare” della mostra, dal significativo titolo “Cavoli a merenda”, sarà allestita presso Eataly all’Ostiense.