Superati i limiti di PM10 per 4 giorni consecutivi. Rischio di ripercussioni sulle vie aeree e i polmoni, necessarie precauzioni, soprattutto per i soggetti più fragili
Superati i valori limite di 50 ug/m3 in tutte le centraline di monitoraggio dell’aria. Da giorni, infatti, il cielo di Roma (ma non solo) appare velato, a causa di polveri provenienti dal deserto del Sahara, che rendono l’aria insalubre.
L’attuale situazione ha fatto scattare un campanello d’allarme per la salute pubblica, dato il persistente superamento dei limiti di PM10, particolato fine che può avere effetti negativi sulla salute respiratoria e cardiaca degli individui.
L’origine di questo fenomeno è alquanto insolita, con queste particelle trasportate dal Sahara attraverso intense correnti d’aria. Questo aspetto naturale del fenomeno rende più complessa la gestione della situazione, poiché non è possibile agire direttamente sulla fonte dell’inquinamento.
Polveri dal Sahara sul cielo di Roma: le raccomandazioni dal Campidoglio
L’attuale situazione dell’aria, così densa di polveri, può avere possibili ripercussioni sulla salute dei cittadini.
Per questo motivo, il Campidoglio ha emesso raccomandazioni specifiche, mirate soprattutto a proteggere le fasce più vulnerabili della popolazione, come bambini, donne in gravidanza, anziani e persone con preesistenti condizioni di salute, specialmente respiratorie e cardiache.
Il consiglio, rivolti a tutti, ma in particolare a questi gruppi, è di limitare l’esposizione all’aria aperta, specialmente durante le ore di maggiore concentrazione di PM10. Queste misure precauzionali sono fondamentali per minimizzare i rischi per la salute.
In aggiunta, si invitano i cittadini a mantenersi sempre informati sullo sviluppo della situazione attraverso canali ufficiali, evitando eccessivi allarmismi, e rispettando le indicazioni fornite dalle autorità sanitarie e ambientali.
La situazione evidenzia, inoltre, l’importanza di una maggiore consapevolezza e preparazione a fronteggiare fenomeni di inquinamento atmosferico anche di origine naturale, che si prevedono possano diventare più frequenti a causa dei cambiamenti climatici globali.
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