La storia del ricamo rivive nel mezzo dell’estate a Palazzo Madama. In mostra anche un eccezionale prestito: un abito baiadera di Gianfranco Ferré totalmente ricamato in cristalli Swarovski e canottiglie.
Dal 29 luglio al 16 novembre 2015, un nuovo percorso di conoscenza delle collezioni esponendo nella sala Atelier una preziosa scelta di ricami con la mostra “LINO, LANA, SETA, ORO. Otto secoli di ricami”, presso la Sala Atelier di Palazzo Madama, in Piazza Castello, a Torino.
Ricamo deriva dall’arabo raqm: segno. Disegnare ad ago è una pratica antichissima nel bacino del Mediterraneo e in Oriente e, dal medioevo, diffusa in tutta Europa. Si usano tutti i filati di origine vegetale o animale naturali o tinti, arricchiti da materiali preziosi, quali oro, argento, perle, coralli, o conterie in vetro, paillettes metalliche, in plastica o di gelatina.
Palazzo Madama espone oltre sessanta pezzi della propria collezione, con una scelta che spazia dai ricami sacri medievali agli abiti danzanti degli anni Venti, vibranti di perline e conterie in vetro. Sono rappresentati i ricami in seta e oro, con un prezioso san Cosma in or nué, i ricami in lino bianco dei monasteri svizzero tedeschi e quelli in lana colorata per i tessuti da arredo, particolari della zona di Zurigo e Sciaffusa nel Cinque-Seicento. Fiori e rocailles decorano con leggerezza i tessuti e gli accessori di abbigliamento settecenteschi: pettorine e borsette femminili, o i corpetti a trapunto, ma anche le marsine, i gilet, i copricapo da uomo.
Oggi, è il ricamo di alta moda che più dimostra la vitalità e potenzialità di quest’arte. I campioni di ricamo di Pino Grasso proposti per le creazioni dei grandi stilisti italiani aprono la prospettiva sul futuro, un alto artigianato che affonda saldamente le radici nella propria storia. La Fondazione Gianfranco Ferré ha concesso in prestito un eccezionale abito disegnato dallo stilista nel 2002, impreziosito da straordinari ricami realizzati da Grasso, una lunga tunica in georgette di seta ricoperta da un caleidoscopio di cristalli Swarovski e canottiglie.
Da non perdere:
Il manufatto più antico: un cappuccio di piviale della fine del XIII – inizio XIV secolo
il più raffinato: la tovaglia ricamata da Caterina Cantoni, tra 1590 e 1610, in cui il ricamo è perfettamente rifinito su entrambi i lati del tessuto.
Il più sorprendente (divertente): un frammento di stolone di piviale, opera spagnola del 1590-1600, con allegri teschi infiocchettati, che ricorda il piviale raffigurato da El Greco in El entierro del conde de Orgaz, del 1586.
Il più complesso: un ricamo in lana svizzero tedesco del 1580 ca, che unisce la raffigurazione della parabola delle Vergini sagge e delle vergini stolte alla raffigurazione degli Evangelisti e delle stagioni.
