Dal 20 ottobre, personale di Leandro Lottici presso il Complesso museale della Ex Cartiera Latina, Parco Regionale dell’Appia Antica
Verrà inaugurata martedì 20 ottobre 2015 “Roma 2015. Visioni. Architetture per il Terzo Millennio”, mostra personale di Leandro Lottici ospitata presso il Complesso museale della Ex Cartiera Latina, Parco Regionale dell’Appia Antica, in via Appia Antica 42, con il patrocinio della Regione Lazio e dell’ Ente Parco dell’Appia Antica.
Lottici proporrà 20 interessanti opere, dedicate e ispirate a 8 grandi architetti: Saverio Busiri Vici, Santiago Calatrava, Massimiliano Fuksas, Zaha Hadid, Richard Meier, Renzo Piano, Paolo Portoghesi, Michele Valori.
Un omaggio, dunque, alla Roma del Terzo Millennio e a coloro che hanno contribuito a conferirle l’aspetto odierno. Per ritrarre le opere architettoniche Leandro Lottici utilizza molti dei materiali con cui l’architetto le ha costruite, come catrame, malte cementizie, plastica, smalti industriali, pannelli isolanti e scaffali in metallo.
Biografia
Leandro Lottici (www.leandrolottici.com), scultore e pittore, da oltre dieci anni della sua Roma osserva, invece, proprio e solo quei palazzi, chiese e monumenti che dal Novecento a oggi sono apparsi nella città come giganti di cemento venuti non per conquistarla ma per sedersi in un silenzio rigorosamente contemplativo e si riflettono nei suoi quadri come moderne icone di una metropoli contemporanea: icone perché, esenti da una rigorosa prospettiva, le “visioni” di Lottici presuppongono una metafisica delle immagini e della luce, come direbbe Florenskij, e un lavoro a ritroso partendo da schizzi dal vivo davanti alle architetture per poi da questi costruire ogni quadro come un progetto a sé stante, ridando valore a tutti quegli architetti che hanno creato i loro avveniristici progetti proprio partendo dai disegni, a mano libera, squadre e righelli, consci dei moderni applicativi di grafica, ma lasciando alla matita il compito di portare sul foglio l’idea nata nella testa. Lottici si forma all’accademia di belle arti come scultore e sempre continua a definirsi tale anche quando dipinge, perché i suoi quadri non sono mai opere da cavalletto, ma opere sempre costruite su un banco da lavoro e dipinte con i materiali stessi con cui la città è costruita, ossia con i materiali edili: catrame, malte cementizie, plastica, smalto, pannelli isolanti e scaffali in metallo per citarne alcuni.