Massimo Popolizio porta in scena Pilato

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Il 22 dicembre 2015 presso la Sala Petrassi dell’Auditorium Parco della Musica

Massimo Popolizio porta in scena uno dei passaggi cruciali di “Il Maestro e Margherita”: Ponzio Pilato. Si tratta del secondo capitolo del testo, vero e proprio romanzo nel romanzo in cui lo scrittore russo reinterpreta la massima disputa morale della tradizione occidentale, quella tra il procuratore di Giudea Ponzio Pilato e Jeshua Ha-Nozri, il Cristo di Bulgakov.

La voce narrante è di Pilato, un uomo dolorante, assillato, pieno di paure e incapace di celare tanto la propria insofferenza quanto lo straniamento provato sin dal primo incontro con quello strano uomo che gli è condotto innanzi.

Il maestro e Margherita, poderoso romanzo di Michail Bulgakov pubblicato tra il 1966 e 1967, è un’opera complessa, dal fitto intreccio carico di riferimenti, gravata dall’ombra della censura sovietica.

È il secondo plot del romanzo a raccontare i fatti del processo a Gesù che qui ha il nome di Jeshua Ha-Nozri. Un romanzo nel romanzo che all’attore è parso subito «potesse vivere di vita propria».

«Quello che mi ha interessato – dice Popolizio – è il punto di vista umano di Pilato sulla vicenda, come una grande soggettiva» in cui il primo grande procuratore della storia appare fragile, dolente, assillato, pieno di paure che non riesce a nascondere.

«Sembra quasi in preda ad attacchi di panico, insofferente alla folla e tormentato da un’emicrania dovuta al sole alto di Gerusalemme». E anche l’incontro con Cristo, «non ha nulla di divino, ma ricorda casomai quello tra Dioniso e Penteo nelle Baccanti di Euripide».

Un incontro-scontro «tra chi vorrebbe andar via perché non ne può più di incontrare cialtroni e un fool misterioso, un utopista come Jeshua che lo inchioda e riesce a leggere le sue debolezze».

Lo spettacolo è sottolineato delle musiche dal vivo composte da Stefano Saletti, che suona strumenti a corda arabi e greci accompagnato dalla voce di Barbara Eramo e ai flauti etnici di Pejman Tadayon, in una serie di brani che attingono anche alla tradizione greca ed ebraica.

Non un contrappunto ma una drammaturgia musicale che dialoga con il testo e che favorisce il passaggio tra i diversi piani del racconto.

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