Intervista a Massimo Chessa, la guardia classe ’88 approdata questa estate alla Unicusano Virtus Roma
Chessa ha dimostrato entusiasmo e fiducia nei confronti della Virtus, firmando in un momento delicato quando non era ancora certa l’ammissione al campionato. Una fiducia che è stata ripagata dallo staff tecnico con un ruolo di leadership in un gruppo molto giovane.
Hai 28 anni e già tante diverse esperienze alle spalle, ti piacerebbe trovare a Roma una fase più stabile della tua carriera?
Sono dell’idea che sia sempre meglio fermarsi, sono stato cinque anni a Sassari, tre a Biella e quando hai modo di poter restare più a lungo in una società, riesci a crescere come giocatore anche in modo diverso. Se più passano gli anni e più continui a girare, sicuramente è più difficile. Rimanere a Roma più stagioni non mi dispiacerebbe affatto.
La città ha influito nella scelta della squadra questa estate?
Assolutamente sì. Sono venuto a Roma tantissime volte, ho visto poco in realtà, ma quel poco che ho visto mi è bastato per capire che stiamo parlando di una delle città più belle del mondo. Chiaramente poi venire in una società come la Virtus che ha fatto la storia della pallacanestro italiana, è stato un ulteriore incentivo.
Quando sei arrivato il Gm Simone Giofrè ha dichiarato di aspettarsi tanta leadership da te. A 28 anni è la prima volta che ti viene chiesto, anche perché sei nell’insolita situazione di essere uno dei giocatori più esperti a roster. Come te lo senti addosso questo ruolo?
È vero, è il primo anno che mi viene data così tanta responsabilità e che mi viene data la possibilità di giocare tanto e soprattutto in quintetto. Anche lo scorso anno ho giocato tanto ma sempre partendo dalla panchina, il quintetto è sicuramente uno stimolo in più, così come l’essere uno dei giocatori più “anziani” del gruppo. È la prima volta che mi trovo a giocare con un gruppo così giovane, se penso che Tommy (Baldasso, ndr) ha dieci anni in meno di me mi viene la pelle d’oca. Però è davvero molto stimolante questo ruolo di chioccia.
Che impressioni hai ricavato dal precampionato della Virtus?
Siamo partiti con qualche giorno di ritardo, ma direi stiamo a buon punto. Nei giorni di ritiro in montagna abbiamo lavorato tanto e bene, poi ovviamente nel precampionato più giochi e meglio è. Ad esempio abbiamo fatto queste due partite a Roseto dove abbiamo fatto bene nella prima, mentre nella seconda dopo un bel primo tempo abbiamo faticato nella ripresa; però sono queste le gare utili a farci capire il tipo di livello che ci aspetta in campionato. Per cui direi finora una pre-stagione sicuramente buona.
Che obiettivi ti sei dato, di gruppo e individuali, per questa stagione?
Sicuramente migliorare giorno dopo giorno, perché come abbiamo detto è una squadra molto giovane e con grandi margini di miglioramento che dobbiamo esplorare lavorando quotidianamente. Dal mio punto di vista voglio fare il meglio possibile, lo scorso anno credo di aver giocato abbastanza bene e quest’anno voglio fare un salto di qualità in tutti i sensi.