Roma, al via la demolizione del villino storico al Coppedè

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Al posto del villino degli anni ’30, nel quartiere delle fate sorgerà un condominio lussuoso e moderno

Sono iniziati questa mattina i lavori di demolizione di un villino storico degli anni ’30 nel quartiere Coppedè di Roma, noto anche come il quartiere delle fate.

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Nonostante la forte opposizione fatta dall’Associazione Italia Nostra, dai residenti del quartiere, dall’associazione “Roma è la mia città” e dalla consigliera del I Municipio Nathalie Naim, che annunciano anche un sit-in di protesta davanti al cantiere, le ruspe sono entrate in azione per distruggere il fabbricato, al posto del quale dovrebbe sorgere un moderno e lussuoso condominio. Gli oppositori chiedono a gran voce che il Comune e la Magistratura intervengano per fermare il progetto.

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La nuova costruzione, infatti sorgerà accanto alla casa in stile floreale che fu del tenore Beniamino Gigli. Le associazioni avevano chiesto l’accesso agli atti e dagli archivi erano spuntati i progetti originari dell’edificio, che risale al 1929-31 ed era del conte Girolamo Nardelli, progettato da Ugo Gennari, già presidente dell’ordine degli Architetti di Roma, mentre negli anni Cinquanta c’era stata solo una sopraelevazione. E dunque Italia Nostra, che aveva già presentato un esposto alla soprintendenza, ne aveva inviato un altro alla Procura firmato anche da Vittorio Sgarbi. “I lavori sono in corso e la demolizione è prossima” affermavano “Raggi e l’assessore all’Urbanistica intervengano”.

“Ci siamo rivolti alla giustizia” aveva attaccato Oreste Rutigliano, presidente di Italia Nostra “preoccupati dalle dichiarazioni fasulle da parte dei costruttori, che hanno acquistato da una congregazione di suore e parlavano di un villino anni Cinquanta, chiedendo che sia verificata la corretta interpretazione del piano regolatore che lì consente solo interventi di miglioramento edilizio che si inseriscano nel contesto”. “Ci risulta al momento” aggiungeva “che la verifica di interesse chiesta dai proprietari nel 2014 ha avuto esito negativo: la soprintendenza non ha ritenuto di vincolare. Forse un atto di ordinaria amministrazione senza conoscere i progetti di futura demolizione e di inserimento di uno stridente edificio moderno”.

“I lavori vanno fermati al più presto e va rifatta la valutazione della soprintendenza, alla luce della documentazione che dimostra la storicità del villino” aveva affermato Nathalie Naim “Il paesaggio verrebbe lacerato dalla nuova costruzione. E ci sono tanti altri casi simili, edifici storici da inserire nella Carta della Qualità”.

“La nostra è stata una scelta” aveva affermato Alessandro. Sbordoni, uno dei soci della società costruttrice “potevamo scimmiottare l’architettura del quartiere Coppedè o fare una ristrutturazione conservativa di un falso storico, non vincolato dalla soprintendenza, un edificio in stile, ma costruito negli anni Cinquanta”. Invece il villino originario era del 1930. Una curiosità: il progetto della nuova palazzina è di Alessandro Ridolfi, presidente degli architetti di Roma come era il progettista del villino.

(Via Repubblica.it)

 

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